È lecito ipotizzare, per deduzione, che essa possa occupare un posto di rilievo anche nell'universo poetico di un attentissimo lettore e interprete della cultura letteraria europea, quale Vasyl' Stus, tra le massime voci della poesia ucraina del secondo Novecento.
Alessandro Achilli, Fenêtre vers l’œuvre poétique de Vassyl Stous, 2015
Василь Стус, В літературі - як на цвинтарі...
In
letteratura – come in un cimitero:
gli uni
giacciono, gli altri ancora scavano,
hai visto
come seppelliscono i vivi ?
Scavano le
fosse a turno, tra di loro,
prima chi è
molto vicino, poi chi sta lontano,
infine gli
stranieri. E si affliggono
i vivi e
contano, schioccando la lingua, i giorni.
Non è ancora
deciso – nessuno sa,
a chi
assegnare la prima pala.
Ma quel che
conta – è scavare sino alla fine,
e poi vedere
come gli occhi si spengono.
In
letteratura – come in un cimitero,
in un
cimitero – come in un bazar,
e in un
bazar – chi è scaltro
e ospitale
cuoce la kasa.
A chi serve
– una voragine e non meno.
A chi serve
– una piccola fossa appena,
ma questo è
quel che è stato fatto sino ad ora,
seppellire
quel che non si capisce.
In
letteratura – come in un cimitero
a notte
fonda. Qualcosa nell’oscurità si distingue.
Solo lettere
fosforescenti in vista.
Calpestale.
Calpestale. Spera.
Traduzione di Maria Pia Pagani
Source / Джерело : .anteremedizioni.it / poesia russa / Ossip Mandelstam, Vasyl Stus, Velimir Chlebnikov
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