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vendredi 1 décembre 2017

Vasyl' Stus, In letteratura – come in un cimitero


È lecito ipotizzare, per deduzione, che essa possa occupare un posto di rilievo anche nell'universo poetico di un attentissimo lettore e interprete della cultura letteraria europea, quale Vasyl' Stus, tra le massime voci della poesia ucraina del secondo Novecento.


Alessandro Achilli, Fenêtre vers l’œuvre poétique de Vassyl Stous, 2015


Василь Стус, В літературі - як на цвинтарі...





In letteratura – come in un cimitero:
gli uni giacciono, gli altri ancora scavano,
non piangere, dolente, sono lacrime al vento,
hai visto come seppelliscono i vivi ?

Scavano le fosse a turno, tra di loro,
prima chi è molto vicino, poi chi sta lontano,
infine gli stranieri. E si affliggono
i vivi e contano, schioccando la lingua, i giorni.

Non è ancora deciso – nessuno sa,
a chi assegnare la prima pala.
Ma quel che conta – è scavare sino alla fine,
e poi vedere come gli occhi si spengono.

In letteratura – come in un cimitero,
in un cimitero – come in un bazar,
e in un bazar – chi è scaltro
e ospitale cuoce la kasa.

A chi serve – una voragine e non meno.
A chi serve – una piccola fossa appena,
ma questo è quel che è stato fatto sino ad ora,
seppellire quel che non si capisce.

In letteratura – come in un cimitero
a notte fonda. Qualcosa nell’oscurità si distingue.
Solo lettere fosforescenti in vista.
Calpestale. Calpestale. Spera.


Traduzione  di Maria Pia Pagani











Source / Джерело : .anteremedizioni.it / poesia russa / Ossip Mandelstam, Vasyl Stus, Velimir Chlebnikov

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